Mario Cygielman (Archeologo direttore coordinatore Soprint. Archeologica della Toscana) dice NO al

martedì 3 settembre 2013

IN FASE DI RIADOZIONE L'AREA DI TRASFORMAZIONE TRpr_01L (ex PILT)

Nell'approvazione del Regolamento Urbanistico del Comune di Grosseto la scheda dell'area di trasformazione TRpr_01L - P.I.L.T Polo Agroalimentare e Logistico Intermodale, è stata oggetto di modifica e riadozione con il titolo TRpr_01L - Polo Agroalimentare e artigianale. Di seguito le nuove osservazioni:

Apprendendo con favore il parziale accoglimento delle osservazioni presentate in fase di adozione del Regolamento Urbanistico e il consistente ridimensionamento dell’area di trasformazione TRpr_01L, riconducendola a polo agroalimentare e artigianale, in questa fase preme rilevare che il nuovo intervento si colloca, comunque, al margine urbano inedificato di Braccagni, nel quale perdurano usi agricoli, se pure già oggetto di previsione di insediamento produttivo, delimitato dal tracciato ferroviario per Siena, da Via Malenchini e da tessuti consolidati.
Soprattutto, nel cono visivo di Montepescali, centro storico di sommità del X° secolo (con cinta muraria), nonché unico punto panoramico strategico per la Maremma a nord di Grosseto, visivamente interconnesso con la pianura e che, per questo, si è guadagnato nei secoli il nome di “Balcone della Maremma”.
Si ricorda che nel P.I.T. della Regione Toscana, nell’Ambito 35 “Entroterra Grossetano”, sono riconosciuti tra i valori storico-culturali “Gli ambiti connotati dalla presenza di sistemazioni idraulico-agrarie a ciglioni o terrazzamenti alla base delle colline e nelle vicinanze dei centri murati di Montepescali”; mentre tra i valori estetico-percettivi “Il centro antico di Montepescali, detto “Balcone della Maremma”, per l’ampiezza del panorama che vi si può ammirare e che spazia su tutta la costa, l'Arcipelago Toscano arrivando fino alla Corsica”.
Dal “Balcone della Maremma”, per la sua posizione emergente, si aprono molte visuali panoramiche verso il territorio sottostante; e altrettante visuali esistono verso il centro storico.
Inoltre, il P.T.C. della Provincia di Grosseto, all’art. 28 - Centri storici e altri tessuti di pregio – recita:
I centri storici e gli altri tessuti urbani di particolare valore sono considerati risorsa primaria ai fini dell’identità culturale e del benessere attuale e futuro della popolazione provinciale. Pertanto ne devono essere conservati integralmente i caratteri costitutivi di interesse generale.
Tali caratteri sono individuati essenzialmente nella forma e nella qualità percettiva e relazionale dello spazio collettivo. (…) si individuano come soggetti a invarianza:
il principio insediativo e l’interfaccia col paesaggio circostante, con particolare riferimento alle mura ove esistenti, agli assetti ortivi di origine storica e alle infrastrutture ad essi connesse; (…)
In particolare si riconosce oggi ai centri storici la vocazione di assolvere funzioni di supporto sinergico alla fruizione dei beni ambientali, storico-archeologici, culturali, naturalistici e paesaggistici.

L’impatto paesaggistico, seppur di minore entità rispetto alla precedente scheda, risulta determinato dall’altezza e volumetria degli edifici che dovrebbe essere contenuta entro i limiti dell’edificato artigianale esistente, riprendendo le norme dell’area P.I.P., in modo da non modificare lo “skyline” e la percezione da e verso Montepescali.

Si rimarca l’importanza della presenza di rischi geologici e di sprofondamento (sinkholes), riconosciuti anche dal Piano Strutturale all’art. 58 - Pi2.3.6 La pianura insediata di Braccagni, e soprattutto del rischio idraulico per i quali valgono le osservazioni precedentemente depositate per il Regolamento Urbanistico.

In merito al rischio archeologico la scheda in riadozione indica un livello 2: aree prive di indagini archeologiche dirette, pertanto non valutabili. Si rammenta che è ipotizzabile un’alta probabilità della presenza di depositi archeologici, peraltro segnalata in documenti depositati presso il Comune.

Nota dolente della previsione del Polo Agroalimentare è l'assoluta mancanza di una rete viaria adeguata sia allo smaltimento del traffico locale, che di quello che si verrebbe a creare con la costruzione dell’area produttiva. Via Malenchini, a seguito della chiusura del passaggio a livello e la costruzione del cavalcavia a sud dell’abito, è destinata a diventare strada senza sbocco se non all’interno del centro abitato, per cui tutto il traffico indotto dall’area produttiva andrà a congestionare la già critica viabilità di Braccagni. Senza contare cosa potrebbe accadere con la trasformazione in autostrada dell’attuale S.S. 1 Aurelia.

Riguardo alle risorse idriche, oltre che da precedenti studi è lo stesso R.U., che a pag. 96 del documento VAL_01, ammette che: “Riguardo la frazione di Braccagni vi sono attualmente problemi maggiori ed al momento più difficoltosi da risolvere, a causa della scarsa presenza di risorse idriche, soprattutto nell'eventualità di previsioni produttive che necessitano di ingenti quantitativi di acqua per le lavorazioni.”. Quanto citato è in palese contrasto con la previsione di lavorazioni agroalimentari che, notoriamente, necessitano di ingenti quantitativi di acqua.
Altra contraddizione emerge a pag. 108 del documento VAL_01, relativamente alla risorsa idropotabile si dice che: “(…) Potrà sorgere qualche incertezza sulla destinazione degli spazi industriali della Pilt in loc. Braccagni se dovesse cambiare la destinazione di polo logistico.”, la destinazione è già stata cambiata con la previsione del polo agroalimentare.

Nella scheda “TRpr_01L - Polo agroalimentare e artigianale”, tra le “Finalità” viene affermato:
Non sono ammesse nell’area attività di deposito, stoccaggio, lavorazione di rifiuti di qualunque tipologia.” Si chiede di aggiungere “e materiali e/o combustibili derivati dai rifiuti o assimilabili, quali CDR, CSS ecc.
Nella sezione “Dimensionamento e destinazioni d’uso ammesse” non si riscontra quali siano le destinazioni ammesse, per cui non si riscontra alcun vincolo all’agroalimentare o limitazioni ad attività che possono recare pregiudizio al quieto vivere ed alla salute dei cittadini residenti.

La previsione del Polo Agroalimentare non tiene conto di visioni e operazioni che investano “il sistema” territoriale e la filiera di opportunità e di funzioni già individuate, infatti a poca distanza dall’UTOE 10, in Comune di Roccastrada, è presente un’area produttiva agroindustriale di 40 ettari già urbanizzata, ad oggi sottoutilizzata per la funzione prevista.
Non a caso il P.S. di Grosseto, concordemente con il PTC della Provincia, prevede la localizzazione di un Polo logistico, agroalimentare e intermodale in località Madonnino, in continuità dell'insediamento produttivo già indicato nel Piano Strutturale di Roccastrada (art. 110 del P.S.). Tale scelta è stata oggetto di approfonditi studi che hanno portato a modificare l'originaria localizzazione fatta negli anni '70 dal PRG (art. 83/2 PRG).
Peraltro nella zona del Madonnino sono già stati spesi circa 8 milioni di Euro per la messa in sicurezza idraulica, e altri 8 milioni sono stati stanziati, per un totale di 16 milioni di fondi pubblici, investiti per realizzare, tra i vari obiettivi, anche il Polo Logistico e Agroalimentare.
Inoltre, il precedente ampliamento dell’area P.I.P. di Braccagni ha dimostrato nel tempo tutti i suoi limiti, in quanto non ha visto sorgere nessuna nuova attività, per cui dopo anni di inutilizzo andrebbe stralciata la sua previsione e restituiti i campi all’attività agricola, quale è ora.


Per quanto sopra sarebbe opportuno lo stralcio dal R.U. dell’area di trasformazione TRpr_01L, se invece il Comune ritenesse sostenibile tale intervento, questo dovrebbe essere rivisto secondo le indicazioni di cui sopra.
Per il Comitato 
il Presidente
Fabio Bargelli

mercoledì 23 gennaio 2013

YPòKRISIS

Nel continuo misurarsi con la vita, capita di dover giustificare un nostro pensiero od azione, allora può succedere che l’ipocrisia si insinui nel nostro comportamento portandoci ad assumere atteggiamenti compiacenti verso gli altri, o a dire cose che non pensiamo, o a criticare chi vediamo migliore di noi.
Ipocrita: “chi per reo fine d’ingannare altrui, si studia di comparire onesto e religioso, mentre tutti i doveri conculca di onestà e di religione”; da questo deriva ipocritico, colui “che appartiene all’arte del commediante, ed anche dell’oratore”. Infatti ipocrisia deriva dal greco dove indicava la finzione dello spettacolo teatrale.
Occorre distinguere fra ipocrisia e diplomazia, definita quest’ultima “l’arte di trattare pubblici e gravi negozi”, entrambe hanno il fine di guadagnare la fiducia altrui, di convincere ingannando con l’ipocrisia o persuadendo con la diplomazia. La differenza è sostanziale.
Già da bambini impariamo a dire ciò che gli altri si aspettano da noi, evitando possibili effetti “negativi”. Se a scuola descriviamo il nostro compagno di banco, scriviamo che è simpatico, buono, oppure sulla maestra che è brava, perchè il contrario potrebbe essere “pericoloso”.
Per alcune professioni l’ipocrisia sembra un requisito quasi obbligatorio.
La politica è l'arte di governare uno stato, l'amministrazione della cosa pubblica, e politico colui che regola gli affari di uno stato, che si occupa di politica per professione, che sa essere diplomatico, accorto, tatticamente abile. Qui sta la differenza sottile tra l'arte di governare, di occuparsi della cosa pubblica con diplomazia, accortezza e abilità, rispetto all'arte del commediante.
Nonostante una nobile etimologia queste parole, oggi, hanno sicuramente un significato distante, chi, e cosa è un politico? Signore e signori si apre il sipario … senza offesa per il teatro.
Non so perchè, ma da questa riflessione mi viene in mente la storia del polo logistico agroindustriale di Braccagni, dove abbiamo assistito a tutto ed al contrario di tutto. Dove un gruppo di cittadini, organizzati nel Comitato SOS Braccagni.NET, si sono impegnati, hanno portato avanti le loro idee, studiato, parlato, convinto, scritto pagine di osservazioni. Tutto senza clamore, senza gazzarra.
Un giorno apri il giornale e leggi «niente polo logistico a Braccagni. Il consiglio comunale ha parzialmente accolto l’osservazione 477 presentata da R.G., che chiedeva lo stralcio della previsione della Pilt nell’attuale localizzazione, in quanto il progetto “è in contrasto col Pit e il Ptc e con le norme di pianificazione comunale”.».
Nei giorni successivi altro articolo che traccia un primo bilancio dei lavori per la formazione del Regolamento Urbanistico, fra le varie domande rivolte al politico si legge: «La Regione vi ha fatto togliere la Pilt di Braccagni e altre previsioni ... che sarebbero state impattanti ...: l’opposizione dice che il merito è suo. E lei? “Non ho difficoltà a dire che le opposizioni, ... hanno dato un contributo utile. Non mi piace però dire che c’è chi ha perso e chi ha vinto; …. Mi sembra, francamente, che il merito vada ascritto anche alla maggioranza, che non aveva alcun obbligo ad assecondare nulla. In uno strumento complesso come il Ruc certi cambiamenti sono fisiologici, non certo patologici”»
E' decisamente singolare leggere queste parole, dopo quello che abbiamo visto dal 2008 ad oggi e non era nulla di fisiologico, a partire dal piano complesso di intervento, per passare alla variante al PRG, poi alla variante al Piano Strutturale e, ultima spiaggia, la previsione nel RU. Tutti atti che avevano il solo scopo di permettere la realizzazione dell'intervento Pilt. Procedimenti “scovati”, controdedotti e ben descritti sulle pagine del blog del Comitato, riproposti anche sul blog “Braccagni in piazza”.
Quando il Comitato faceva richieste di accesso agli atti di procedimenti portati avanti dalla maggioranza, la stessa che oggi si arroga certi meriti, ma l'opposizione dov'era? Maggioranza e opposizione erano insieme ad ascoltare le relazioni del Comitato nelle assemblee pubbliche indette a Braccagni, erano a leggere le osservazioni scritte da semplici cittadini, che hanno trovato piena rispondenza nelle osservazioni della Regione Toscana, presentate mesi dopo, tant'è che qualcuno ha voluto insinuare che le stesse fossero state scritte dal comitato per la Regione. Ma la legge è la legge e noi siamo figli della legge.
Poi leggi su un social network l’abile riciclarsi di chi promuoveva politicamente il progetto Pilt ed oggi si propone quale paladino del territorio e del paesaggio. Il carro dei vincitori è sempre più affollato.
Alla fine ho fatto la figura dell'ipocrita? Allora ha ragione quel giornalista: parzialmente accolta l’osservazione 477 … saluto, inchino e sipario.
Vi confesso un sottile piacere nel ritrovarmi, ora, davanti a questo specchio per togliere il trucco.
Non ho capito i ruoli, e voi?